“Lo specchio delle stelle”, un romanzo interiore che mi ha permesso di riflettere su uno dei sentimenti più elevati dell’individuo: l’amore.
In questo brano, tratto dal romanzo ambientato a Montalbano Elicona e all’Argimusco, la forza Superma osserva gli umoni e le loro vicissitudini…

Ho visto uomini e donne lambire questo mondo e poi scomparire. Il loro debole tempo gli ha permesso, solo per poco, di godere dell’incanto. Quindi sono diventati cenere e ritornati nel ciclo della terra, dalla quale sono venuti.
Mi sono placata per accoglierli, li ho abbracciati teneramente in un involucro ovattato, denso di odori e di colori, cercando di rendere più dolce possibile il loro contatto col creato.
Ho gioito insieme a loro, facendomi piccola e debole per riuscire a penetrare nelle anime. Ho sofferto insieme, ho pianto.
Cosa dire?
È stato bello per pochi istanti diventare finita, vedermi rinchiusa in uno spazio e in un tempo ben delimitati.
Attraverso questa trasformazione, all’interno degli esseri umani, ho goduto della limitatezza della vita terrena e ho compreso qualcosa che ho plasmato io stessa. Per godere della bellezza è necessario che sussista la bruttezza, per avere la gioia esiste il dolore, e la vita porta in sé la morte.
Con essi ho conosciuto l’amore.
Una pulsione, qualcosa che mai avrei potuto pensare di provare. Ma ne è valsa la pena.
Anima della terra, sono l’essenza della natura.
Intuisco cosa sia l’amore, ma non sono in grado di comprenderlo profondamente.
L’amore, un sentimento, un’emozione, possono esistere solo all’interno di un corpo finito, immerso nel divenire. Non si tratta di qualcosa di statico e perdurante, ma si raggiungono nella imperfezione dell’essere, capace di soffrire e di gioire di felicità.

