Il musicologo Marcello Conati sottolinea che Paganini fu il primo vero direttore d’orchestra italiano nell’accezione moderna di tale funzione.

Il 20 Aprile 1816 Maria Luigia d’Austria fa il suo ingresso a Parma, capitale del Ducato che le è stato assegnato dal Congresso di Vienna del 1815. Maria Luigia è figlia dell’imperatore d’Austria, moglie di Napoleone, quindi imperatrice dei francesi.

Ritratto di Maria Luigia, duchessa di Parma, Giovanni Battista Callegari

Nonostante le sue abitudini da imperatrice, si adatta perfettamente alla vita del Ducato. Ama la vita semplice e, appena arrivata, si dedica con passione al territorio e alla sua gente.

I parmigiani l’hanno ricambiata fin da subito con affetto, tanto da conservare fino a oggi il ricordo di quei trent’anni di regno sereno e prospero.

Il 13 maggio 1829 si inaugura il nuovo Teatro Ducale. Vi sono quattro ordini di palchi ornati di rose e fregi d’oro che spiccano sul bianco avorio, la platea è di velluto rosso, il lampadario di cristallo è stupefacente. Il teatro è costato l’enorme cifra di 1.190.664 lire ed è uno dei più belli d’Italia.

Nel 1829 viene inaugurato con la Zaira di Bellini. Nel 1847, con la morte di Maria Luigia e con il passaggio sotto il ducato dei Borbone, il teatro cambia nome, nel 1849 Teatro Reale e poi dal 1860 Teatro Regio.

Maria Luigia si occupa delle arti, riportando a Parma diverse opere che erano state sottratte durante le guerre, migliora la viabilità facendo costruire ponti e strade, dà un forte impulso alla cultura musicale, istituendo l’attuale Conservatorio e facendo costruire il Teatro Regio, il tempio della lirica.

Maria Luigia ha anche una grande passione per la botanica e una grande affezione per un fiore: la Violetta di Parma. Già quando è imperatrice a Parigi, ama questo fiore per il colore e il profumo. Chiede alla sua dama d’onore di inviargliene alcune piantine anche a Parma, nella speranza di poterle coltivare e, a questo scopo, fa predisporre l’Orto Botanico. Lo ama tanto che a volte sostituisce, nella sua corrispondenza, la firma con una violetta, vuole che i suoi domestici abbiano la livrea color violetta e la violetta è dipinta sui suoi piatti e vasellame e ricamata sugli abiti. Persino sull’abito nuziale, quando sposa Napoleone.

I frati del convento dell’Annunciata riescono a estrarre il profumo della violetta e lo producono solo per lei. Nel 1870, diversi anni dopo la morte di Maria Luigia, Lodovico Borsari riesce ad avere la formula e inizia la produzione del profumo, che ha un tale successo da fare della Borsari un’azienda internazionalmente riconosciuta.

La violetta viene ancora usata anche in pasticceria. Viene candita e utilizzata per guarnire torte, pasticcini, gelati, o anche semplicemente per accompagnare un buon caffè.

Per ringraziare la Buona Duchessa per tutto quello che ha fatto per la città, ogni anno un gruppo di parmigiani porta un mazzolino di violette sulla sua tomba a Vienna.

Paganini si stabilisce a Parma nel 1834 a Villa Gaione e assiste il 14 novembre a un concerto di beneficenza dove vi è anche il giovane Verdi.

Il 1 novembre riceve l’incarico da Maria Luigia di ristrutturare l’orchestra di corte e viene nominato membro della commissione dell’orchestra di corte e direttore dell’orchestra del teatro.

Finalmente il grande musicista può realizzare il progetto di una nuova figura di direttore d’orchestra, abolendo la figura del maestro di cembalo e quella del violino solista.

Dalle stesse parole di Paganini comprendiamo quello che per lui è la figura del direttore d’orchestra:

 “Egli ha lo spartito sott’occhio posto sopra un pianoforte a un tavolino di cui si vale all’occorrenza con la mano sinistra. Egli sta in piedi, dà i movimenti, ma anche le battute, serve il cronometro, aperte con l’occhio, ed è il centro dell’unità.… Siccome però nel maestro direttore pesa tutta la responsabilità, così si richiede un vero maestro che abbia scritto opere e sia dotato di esperienza da cui nasce la freschezza tanto necessario alla buona direzione”.

In qualità di direttore Paganini dirige la Sinfonia del Guglielmo Tell di Rossini, l’Overture del Fidelo di Beethoven e I Puritani di Bellini nel 1835.

Ma gli spostamenti e le sostituzioni all’interno dell’orchestra creano presto dei malumori e incomprensioni, che sfociano in ostilità. Paganini entra in contrasto con il gran ciambellano, il conte di Sanvitale, fin quando si dimette e lascia la città. Bisognerà attendere Arturo Toscanini perché il progetto del maestro venga realizzato.

Giovanna Strano, Gisella Scibona, Learco Tiberti, Anna Poletti Zanella

Informazioni sull'autore

Dirigente scolastico, giornalista pubblicista, scrittrice, dirige un istituto di istruzione secondaria superiore con indirizzi artistici, tecnici e professionali.
Svolge funzioni ispettive nelle scuole statali e paritarie, è impegnata da molti anni nella formazione di figure apicali e dirigenziali della scuola, collabora con riviste specializzate del mondo educativo.
Per Edizioni Simone, Euroedizioni e Strige Edizioni ha pubblicato manuali di preparazione dei dirigenti scolastici e dei docenti.
Scrive su riviste di attualità, come il mensile “Bella Magazine”, “Così” e altre testate giornalistiche, con contributi inerenti all’ambito educativo, formativo e artistico.
Appassionata di arti figurative è curatrice scientifica della Mostra “Van Gogh Multimedia Experience” nelle edizioni di Monreale, Venezia, Torino, Parma, Palermo, Napoli.
Nell’ambito della scrittura creativa è autrice di numerose opere letterarie di vario genere, che hanno riscosso consensi e riconoscimenti.
Ha pubblicato i romanzi “Vincent in Love – il lavoro dell’anima” edito da Cairo 2017, “La Diva Simonetta – la sans par” AIEP Editore 2018, il romanzo Fantasy “Il bianco gelsomino – non esistono amori impossibili” Delos Digital 2020, “Parlami in silenzio Modì” AIEP Editore 2020, “Lo specchio delle stelle” Nuova Ipsa Editore 2021, “Il diavolo sulla quarta corda – Nicolò Paganini e il suo Cannone” Soncini Editore 2021 vincitore del premio Scala dei Turchi, “I fantasmi di Dioniso – Mario Tommaso Gargallo e il sogno del Teatro Classico a Siracusa” Morellini Editore 2021, “Ho ucciso Andy Warhol” Soncini Editore 2023 distribuito in abbinamento alla Gazzetta di Parma. Ultima pubblicazione nel 2025 “Vermeer, il tempo perduto” Morellini editore.

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