Sin da giovanissimo Amedeo Modigliani sente forte la spinta dell’arte crescere dentro di sé, come mezzo per affermare pienamente la personalità in subbuglio.

Quando risiede in Italia, a Livorno, a Firenze e in altre città, sa di dover seguire la sua strada e che l’unico dovere è “inseguire il suo sogno”.

Nelle lettere che scrive agli amici, tra cui Oscar Ghiglia, emerge nitida questa spinta che fa parte del suo essere come il respiro, come la vita stessa.

Modì è un giovane molto sensibile, è pieno di passione, e riversa nelle opere questo anelito fremente che lo spinge ad andare avanti, a guardare verso orizzonti inesplorati. Verso l’ignoto.

Per Modigliani l’opera d’arte e il mezzo per esprimere se stesso, ma anche uno strumento conoscitivo dell’altro, dei modelli con i quali intreccia delle relazioni.

Modì non avrebbe mai potuto dipingere per commissione. I suoi modelli non sono degli estranei, ma delle persone per le quali prova dei sentimenti, o che comunque fanno parte della sua esistenza.

In Modigliani troviamo esclusivamente i ritratti, non paesaggi, non nature morte, non personaggi di fantasia.

La sua pittura è popolata da persone in carne e ossa, con dei sentimenti, delle passioni, dei vissuti particolari. Spesso non hanno sguardo, ma solo in apparenza, in quanto l’essere, nella sua interezza, si pone in dialogo con lo spettatore dell’arte sublime.

Ed ecco che avviene l’impossibile…

L’opera d’arte diventa autonoma, si stacca dal suo creatore, è un prodotto della natura, alla stregua di come può esserlo il vento, la pioggia, il sole.

Ecco l’essenza dei capolavori eterni di Modì.

Lettera del 1904 di Amedeo Modigliani a Oscar Ghiglia.

Carissimo Oscar,

mi avevi promesso il giornale della tua vita vissuta da che ci siamo lasciati fino ad adesso. L’aspetto impazientemente.

In quanto a me manco alla promessa, cioè non posso mantenerla perché non posso scrivere un giornale. Non solo perché nessun avvenimento esteriore si è infiltrato per ora nella mia vita, ma perché credo che anche quelli interni dell’anima non possano essere tradotti mentre siamo sotto il loro dominio.

Perché scrivere mentre si sente? Sono tutte evoluzioni necessarie attraverso le quali dobbiamo passare e che non hanno importanza altro che per il fine a cui conducono.

Credimi, non è che l’opera arrivata al suo completo stadio di gestazione, impersonata e tratta dalla pastoia di tutti i particolari incidenti che hanno contribuito a fecondarla e a produrla che vale la pena di essere espressa e tradotta con lo stile.

L’efficacia e la necessità dello stile si presenta appunto in questo, che oltre ad essere l’unico vocabolario atto a estrinsecare un’idea, la distacca dall’individuo che l’ha prodotta, lascia la via aperta a ciò che non si può né si deve dire.

Ogni grande opera d’arte verrebbe considerata come qualunque altra opera della natura. Prima di tutto nella sua realtà estetica e poi al di fuori del suo sviluppo e del mistero della sia creazione, di ciò che ha agitato e commosso il suo creatore. Questo, puro dogmatismo, del resto.

Perché non mi scrivi piuttosto? E che cosa sono i tuoi quadri? Ho letto la descrizione di uno in un articolo del “Corriere”. Non posso ancora chiedere il quadro: sono costretto ad albergare in un Hotel di qui: capisci l’impossibilità di dedicarmi ancora al quadro; del resto mentalmente e nella contemplazione della natura ci lavoro molto. Credo che finirò col cambiare residenza: le barbarie dei turisti e dei villeggianti mi rendono impossibile il raccoglimento nei momenti in cui ne avrei più bisogno. Finirò col salire nel Tirolo austriaco. Non ne parlare ancora in casa. Scrivi sempre Hotel Misurina – Misurina. Addio.

Scrivimi, mandami quel che mi hai promesso. L’abitudine della contemplazione della campagna e della natura alpina segnerà, credo, uno dei più forti cambiamenti del mio spirito.

Vorrei parlarti della differenza che corre tra le opere di quegli artisti che hanno più comunicato e vissuto colla natura e quello di oggigiorno che cercano ispirazione negli studi e vogliono educarsi nelle città d’arte.

A Livorno si divertono?

Modigliani

Parlami in silenzio Modì di Giovanna Strano

Informazioni sull'autore

Dirigente Scolastico, giornalista pubblicista, scrittrice, attualmente dirige un istituto di istruzione secondaria superiore a elevata complessità organizzativa, con indirizzi artistici, tecnici e professionali. Svolge funzioni ispettive nelle scuole statali e paritarie, è impegnata da molti anni nella formazione di figure apicali e dirigenziali della scuola, collabora con riviste specializzate del mondo educativo.
Per Edizioni Simone e Strige Edizioni ha pubblicato manuali di preparazione dei dirigenti scolastici e dei docenti, con largo consenso in ambito scolastico.
Per Euroedizioni ha pubblicato testi per la formazione dei dirigenti scolastici e collabora con i periodici “Dirigere la scuola” “Amministrare la scuola” “Fare l’insegnante”.
Scrive in riviste di attualità, come il mensile “Bella Magazine”, “Così” e altre testate giornalistiche, con contributi inerenti all’ambito educativo, formativo e artistico.
Appassionata di arti figurative è curatrice scientifica della Mostra “Van Gogh Multimedia Experience” nelle edizioni di Monreale, Venezia, Torino e Parma, Capitale Italiana della Cultura 2020-2021.
Nell’ambito delle scrittura creativa è autrice di numerose opere letterarie di vario genere che hanno riscosso consensi e riconoscimenti. Ha pubblicato i romanzi “Vincent in Love – il lavoro dell’anima” edito da Cairo, “La Diva Simonetta – la sans par” AIEP Editore, il romanzo Fantasy “Il bianco gelsomino – non esistono amori impossibili” Delos Digital, “Parlami in silenzio Modì” AIEP Editore. Nel 2021 ha pubblicato del romanzo storico “Lo specchio delle stelle” Nuova Ipsa Editore, il romanzo “Il diavolo sulla quarta corda – Nicolò Paganini e il suo Cannone” Soncini Editore, il romanzo "I fantasmi di Dioniso - Mario Tommaso Gargallo e il sogno del Teatro Classico a Siracusa" Morellini Editore. Ultima pubblicazione "Ho ucciso Andy Warhol" Soncini editore.

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