Il viaggio ad Amsterdam non può prescindere da una tappa fondamentale: la visita del Van Gogh Museum che attira ogni anno 1 milione e mezzo di visitatori da tutto il mondo.
Uno dei più grandi artisti di tutti i tempi, Van Gogh ha assunto una statura mitica e le sue opere sono oggetto di venerazione, come le lettere sono lette da milioni di persone. E pensare che Vincent si sia disperato per la mancanza di interesse per la sua pittura. In poco più di dieci anni di attività artistica Vincent realizzò quasi 900 dipinti e di questi la maggior parte si trovano ad Amsterdam. Il nucleo della collezione è costituito dalle opere di proprietà della Fondazione Vincent van Gogh creata dalla famiglia dell’artista.
La visita al Van Gogh Museum di Amsterdam rappresenta una totale immersione nell’animo dell’artista. La prima talpa è la sezione dedicata agli autoritratti. Attraverso di essa comprendiamo come Vincent utilizzasse il ritratto per esprimere lo stato d’animo e i sentimenti della persona in quel momento. Tutto ciò lo fa principalmente su se stesso e quando in via un autoritratto al fratello lo accompagna con una lettera dove spiega al fratello quale sia il suo stato d’animo che si riversa sulla tela. L’autoritratto è per lui come guardarsi allo specchio, ma attraverso una lente che ingrandisce esplicitamente i suoi sentimenti e pensieri in quell’istante. La stessa cosa farà con i ritratti di persone a lui vicina, di lavoratori, di gente umile di cui apprezza la vita di sacrifici e di lavoro duro. Il museo Van Gogh di Amsterdam rappresenta un viaggio attraverso l’uomo, colui che ha voluto aprirsi al mondo attraverso la turbolenza dei colori, la sua visione introspettiva del mondo che si palesa al mondo intero.
Alla morte di Vincent il fratello Theo si trovò a essere proprietario di tutti i dipinti e disegni che Vincent aveva prodotto nel corso degli anni. Da rilevare il fatto che subito Theo si recò presso i familiari acquisendo da loro la rinuncia a qualsiasi diritto sulle opere di Vincent. Qualche mese più tardi però si ammalò gravemente e morì appena sei mesi dopo la morte del fratello.
La giovane vedova, Jo Van Gogh Bonger, profondamente convinta del valore dell’arte di Vincent Van Gogh, si impegnò per realizzare le ambizioni di Theo e si dedicò con grande slancio a gestire la collezione per il figlio Vincent Willem. Organizzò mostre per far apprezzare la pittura di Vincent, vendette dipinti a mercanti d’arte e collezionisti e curò la prima edizione olandese della corrispondenza tra i due fratelli, che fu pubblicata nel 1914, anno in cui Jo fece esumare il corpo di Theo per seppellirlo a Auver-sur-Oise accanto al fratello. Grazie alla tenacia di Jo oggi possiamo dire che è stata resa completa giustizia al genio, incompreso mentre era in vita.
Alla morte di Jo nel 1925 il figlio Vincent Willem assunse il compito di gestire la collezione.